Cefalea ed Emicrania Pediatrica.
Frequently Asked Questions.
Come potete immaginare, come neurologo pediatrico ricevo molte domande riguardo al “mal di testa” dalle famiglie dei miei pazienti e da amici. Di seguito trovate una selezione di alcune delle domande più comuni. Se avete una domanda che non è presente nell’elenco, non esitate a contattarmi.
Dr. G. Longoni
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La maggior parte delle cefalee nei bambini sono primarie, il che significa che il dolore non è causato da malattie sottostanti. Le cefalee secondarie, che sono sintomatiche di patologie specifiche, sono invece molto meno comuni. Le forme primarie più frequenti tra i bambini sono l’emicrania e la cefalea tensiva, che si distinguono in base alle modalità di manifestazione del dolore e ai sintomi associati. Tuttavia, a differenza degli adulti, non sempre è facile diagnosticare l’emicrania o la cefalea tensiva nei bambini, poiché il dolore può presentarsi con caratteristiche di entrambe le forme e può evolvere nel tempo, a seconda dell’età e della maturazione.
Cefalea tensiva. nei bambini
La cefalea tensiva, che tende a manifestarsi più frequentemente durante l'adolescenza, è caratterizzata da episodi ricorrenti di dolore bilaterale, localizzato alla fronte, alle tempie, alle zone occipitali o posteriori del capo, o diffuso, spesso descritto come un “cerchio alla testa”. Il dolore è continuo, di tipo gravativo o costrittivo (simile a una sensazione di pressione), e ha un’intensità moderata o lieve. A differenza dell’emicrania, non impedisce lo svolgimento delle normali attività quotidiane e non tende a peggiorare con l’attività fisica. Inoltre, di solito non si associa ad altri sintomi. Tuttavia, se diventa frequente e persiste nel tempo, arrivando a diventare cronica, la cefalea tensiva può influire negativamente sulla qualità della vita, alterando attività quotidiane come il sonno, l’appetito, il gioco, la concentrazione e l’attenzione, e portando il soggetto a rinunciare ad attività piacevoli o a sperimentare ansia e cambiamenti dell’umore.
Emicrania nei bambini (o equivalenti emicranici)
Nei bambini più piccoli, come quelli in età prescolare o elementare, i sintomi di emicrania sono spesso definiti "equivalenti emicranici". Questi includono:Dolori addominali ricorrenti
Vomito ciclico
Cinetosi (mal d'auto)
Vertigini parossistiche benigne (VPB)
Torcicollo parossistico
Dolori ricorrenti agli arti inferiori senza causa identificata (i "dolori di crescita")
Nei bambini più grandi, il mal di testa diventa più evidente e si manifesta generalmente con un dolore di intensità medio-alta, che dura di solito pochi minuti (5-10 minuti). Il dolore è localizzato in una parte della testa, di solito a metà, e può essere pulsante alle tempie (molti bambini riferiscono la sensazione di sentire il "cuore in testa"). Questo dolore può essere così intenso da interrompere le normali attività quotidiane, come il gioco, lo studio o lo sport. In alcuni casi, si accompagna a sintomi aggiuntivi, come:
Fotofobia (fastidio per la luce, preferenza per stare in un ambiente buio o con gli occhi chiusi)
Fonofobia (fastidio per i rumori, tanto da evitare anche i suoni familiari come la televisione)
Osmofobia (avversione per gli odori, anche quelli abituali in casa)
Nausea, vomito, dolori addominali e pallore
Durante un attacco emicranico, è possibile che il bambino appaia abbattuto o, talvolta, assonnato.
Aura e caratteristiche neurologiche
In alcuni casi, l’emicrania è preceduta da un’aura, che è un sintomo neurologico temporaneo, generalmente di breve durata. L’aura si manifesta principalmente con disturbi visivi, come lampi di luce, immagini scintillanti o linee a zig-zag o a forma di ferro di cavallo. Meno frequentemente, possono verificarsi disturbi sensoriali come formicolii agli arti o la sensazione di addormentamento di una parte del corpo, o difficoltà nel linguaggio, con problemi a esprimersi.Fattore familiare
Spesso, nei bambini con emicrania, è presente una storia familiare di cefalea, con uno dei genitori o parenti stretti che soffre o ha sofferto dello stesso disturbo. Tuttavia, è importante non attribuire troppa importanza alla predisposizione familiare, poiché non è detto che un bambino figlio di genitori che soffrono di cefalea debba sviluppare lo stesso disturbo in modo cronico. -
Non è normale che un bambino abbia sempre mal di testa, anche se può capitare che i bambini abbiano episodi occasionali di cefalea, ad esempio a causa di stanchezza, stress o malattie intercorrenti come il raffreddore o l'influenza. Tuttavia, se il mal di testa è frequente, persistente o interferisce con le attività quotidiane del bambino, potrebbe essere il segnale di un problema sottostante, come:
· Emicrania pediatrica: Una forma di mal di testa spesso accompagnata da nausea, vomito, sensibilità alla luce, al suono, e/o ai movimenti.
· Tensione muscolare: Spesso legata a stress o postura scorretta.
· Problemi visivi: Come la necessità di occhiali per errori rifrattivi.
· Disturbi del sonno: Inclusa la mancanza di sonno o la presenza di apnee notturne.
· Sinusite: Infiammazione dei seni paranasali.
· Problemi neurologici o altre condizioni mediche: In rari casi, il mal di testa può essere un segnale di una condizione più seria.
È importante consultare un neurologo pediatrico per valutare le cause del mal di testa, soprattutto se:
· Il mal di testa è molto frequente o grave.
· Si manifesta improvvisamente e in modo intenso.
· È accompagnato da altri sintomi, come febbre, vomito, confusione, visione offuscata o rigidità del collo.
Una valutazione precoce può aiutare a identificare la causa e garantire un trattamento adeguato.
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Il mal di testa nei bambini è comune e spesso benigno, ma in alcuni casi può essere il segnale di una malattia sottostante più seria. È importante conoscere i "sintomi d'allarme" (red flags) che richiedono una valutazione medica immediata.
Segnali d’allarme del mal di testa nei bambini.
I genitori o i caregiver dovrebbero preoccuparsi e consultare un medico specialista se il mal di testa è associato a uno o più dei seguenti segni e sintomi:
1. Insorgenza improvvisa e grave (cefalea a rombo di tuono).
Mal di testa che inizia improvvisamente, con un dolore molto intenso e insopportabile.
Può indicare emorragia cerebrale (ad esempio, aneurisma rotto) o un problema vascolare grave.
2. Cambiamento del pattern del mal di testa.
Cefalea che diventa progressivamente più frequente, intensa o persistente.
Può suggerire una causa secondaria, come un tumore, infezione o ipertensione intracranica.
3. Mal di testa che peggiora con specifiche situazioni.
Peggioramento in posizione sdraiata o al risveglio, associato a vomito a getto: possibile segnale di ipertensione intracranica.
Sforzi fisici, tosse o starnuti che scatenano o aggravano il dolore: possibile indicazione di lesione cerebrale strutturale o malformazione (ad esempio, malformazione di Chiari).
4. Sintomi neurologici associati.
Debolezza, difficoltà nel parlare, perdita di sensibilità o paralisi.
Convulsioni associate al mal di testa.
Alterazioni della vista (visione offuscata, diplopia, perdita temporanea della vista).
Cambiamenti nel comportamento o nella coscienza (sonnolenza, confusione, irritabilità).
Questi segni possono indicare ictus, infezione cerebrale, tumore o emicrania con aura complicata.
5. Febbre persistente o sintomi sistemici.
Cefalea accompagnata da febbre alta, rigidità del collo, fotofobia o vomito: potrebbe essere segno di meningite o encefalite.
Rash cutaneo, dolori articolari o gonfiore: può indicare vasculiti o infezioni sistemiche.
6. Trauma cranico recente.
Mal di testa persistente o in peggioramento dopo una caduta o un trauma cranico.
Potrebbe suggerire una commozione cerebrale, emorragia o frattura cranica.
7. Storia familiare o personale di condizioni specifiche.
Malattie genetiche o ereditarie (ad esempio, malformazioni vascolari, neurofibromatosi).
Disordini della coagulazione che aumentano il rischio di trombosi cerebrale.
8. Età del bambino e insorgenza precoce.
Nei bambini molto piccoli, il mal di testa è raro: qualsiasi cefalea persistente in questa fascia d’età richiede una valutazione approfondita.
9. Mal di testa cronico accompagnato da ritardo nella crescita o regressione dello sviluppo.
Perdita di peso, scarso appetito o ritardi nelle tappe dello sviluppo possono suggerire condizioni più gravi, come tumori, disordini metabolici o malattie croniche.
Quando consultare un medico.
Se compare uno o più dei segnali d’allarme sopra descritti, è necessario consultare immediatamente un medico pediatra o neurologo pediatrico.
In caso di sintomi gravi e improvvisi (come cefalea a rombo di tuono, rigidità del collo o sintomi neurologici), è consigliabile recarsi in pronto soccorso.
Sebbene la maggior parte dei mal di testa nei bambini sia di natura benigna (ad esempio, emicrania o cefalea tensiva), è fondamentale riconoscere i segni che potrebbero indicare una condizione più seria. Un’attenzione tempestiva può fare la differenza per garantire una diagnosi accurata e un trattamento adeguato.
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Il trattamento della cefalea pediatrica dipende dal tipo di cefalea (ad esempio, emicrania, cefalea tensiva, cefalea a grappolo) e dalla sua gravità, frequenza e impatto sulla qualità di vita del bambino. L’approccio è spesso multidisciplinare e comprende trattamenti farmacologici, non farmacologici e modifiche dello stile di vita. I farmaci vengono utilizzati sia per alleviare i sintomi acuti (fase acuta) sia per prevenire episodi futuri (terapia preventiva).
Fase acuta (trattamenti sintomatici).
Analgesici:
Paracetamolo o ibuprofene: Sono i farmaci di prima scelta per alleviare il dolore nei bambini. Devono essere somministrati il prima possibile all'inizio dell’attacco.
Triptani: Utilizzati per trattare l’emicrania moderata-grave nei bambini più grandi e negli adolescenti (ad esempio, sumatriptan spray nasale).
Antiemetici: Come la metoclopramide o il domperidone, per trattare la nausea e il vomito associati agli attacchi di emicrania.
Terapia preventiva.
Indispensabile se gli attacchi di cefalea sono frequenti, gravi o non rispondono adeguatamente ai trattamenti sintomatici.
Farmaci preventivi comuni:
Integratori: Magnesio, riboflavina (vitamina B2) o coenzima Q10 possono essere considerati in alcuni casi.
Beta-bloccanti (es. propranololo) o calcio-antagonisti (es. flunarizina): Possono essere efficaci per l’emicrania, ma hanno controindicazioni importanti e richiedono monitoraggio attento.
Antiepilettici (es. topiramato o valproato): Utilizzati per l’emicrania cronica.
Antidepressivi (es. amitriptilina): Possono aiutare nel caso di cefalee tensive o emicrania cronica.
Con un approccio mirato e tempestivo, la maggior parte dei bambini con cefalea può ottenere un significativo miglioramento dei sintomi e della qualità di vita.
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Sì. L’approccio non farmacologico è essenziale e spesso il più importante per migliorare la qualità di vita del bambino e ridurre la frequenza degli attacchi di mal di testa:
Modifiche dello stile di vita:
Incoraggiare un’adeguata idratazione e un’alimentazione equilibrata.
Garantire un sonno regolare e sufficiente (> 8 ore per notte).
Favorire attività fisica regolare.
Evitare i possibili trigger alimentari (es. cioccolato, caffeina, alimenti ricchi di nitrati).
Limitare l’uso di dispositivi elettronici a luce blu nelle ore serali.
Educazione e supporto familiare:
Educare i bambini e le famiglie sui meccanismi della cefalea e sull'importanza di uno stile di vita sano.
Fornire supporto per affrontare l’impatto emotivo e sociale del disturbo.
Collaborazione e dialogo fra l’equipe medica e gli educatori scolastici: Per adattare i carichi di lavoro e ridurre lo stress.
Gestione dello stress (biofeedback, mindfulness e tecniche di rilassamento): Migliorano il controllo della tensione muscolare e della risposta allo stress.
Terapia cognitivo-comportamentale: Aiuta il bambino a gestire lo stress, identificare e affrontare i trigger emotivi.
Terapie fisiche e integrative:
Fisioterapia e correzione posturale: Indicate se sono presenti problemi muscoloscheletrici o di postura.
Agopuntura e altre terapie complementari: Possono essere considerate in aggiunta ai trattamenti standard, anche se l’evidenza scientifica è limitata.
In caso di cefalee persistenti, refrattarie o associate a sintomi d’allarme (rigidità del collo, vomito persistente, alterazioni neurologiche), è fondamentale coinvolgere un neurologo pediatrico per una valutazione approfondita e trattamenti personalizzati.
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Nei bambini come negli adulti, la cefalea si considera "refrattaria” ai trattamenti standard quando non risponde in modo adeguato o sufficiente alle terapie convenzionali, sia farmacologiche che non farmacologiche, e continua a compromettere significativamente la qualità di vita del bambino. Di seguito sono riportati alcuni criteri comuni per definire questa condizione:
Criteri per considerare una cefalea refrattaria:
1. Frequenza e gravità persistenti:
Mal di testa ricorrenti (più di 15 giorni al mese per almeno 3 mesi, come nelle cefalee croniche).
Crisi severe che non migliorano con i trattamenti abituali.
2. Scarsa risposta ai farmaci:
Mancata efficacia dopo l’uso appropriato di farmaci sintomatici (ad esempio analgesici o triptani per l’emicrania) e/o preventivi (come beta-bloccanti, calcio-antagonisti, antiepilettici o antidepressivi).
Effetti collaterali significativi che impediscono l’uso continuativo delle terapie.
3. Persistenza nonostante interventi non farmacologici:
La cefalea non migliora nonostante strategie complementari come la gestione dello stress, la fisioterapia, le modifiche dello stile di vita o la terapia cognitivo-comportamentale.
4. Impatto significativo sulla vita quotidiana:
Episodi di cefalea che interferiscono gravemente con le attività scolastiche, sociali e familiari del bambino.
Necessità frequente di assenze da scuola o limitazione nelle attività quotidiane.
5. Esclusione di cause secondarie:
La cefalea è stata classificata come primaria (ad esempio emicrania cronica o cefalea tensiva cronica) dopo una valutazione neurologica completa, inclusi esami strumentali quando necessario, e sono state escluse condizioni secondarie (come tumori, infezioni o malformazioni cranio-spinali).
La gestione della cefalea refrattaria richiede pazienza, flessibilità e un approccio personalizzato. Con una combinazione di trattamenti farmacologici, interventi non farmacologici e supporto multidisciplinare, molti bambini possono ottenere un miglioramento significativo della qualità di vita.
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Prima di impostare nuove strategie, è fondamentale una rivalutazione diagnostica per:
Confermare la diagnosi: Escludere cause secondarie (ad esempio, tumori cerebrali, infezioni, malformazioni vascolari o disordini metabolici) attraverso una storia clinica accurata, esami neurologici e, se necessario, imaging come la risonanza magnetica (RM) o l’angiografia.
Valutare i fattori scatenanti: Stress, disturbi del sonno, alimentazione, disidratazione, problemi visivi o posturali.
Escludere abuso di farmaci sintomatici: L’uso eccessivo di analgesici può aggravare la cefalea (cefalea da overuse di farmaci).
Trattamenti avanzati.
Per i casi refrattari o particolarmente complessi possono essere considerati alcuni approcci avanzati:
Blocco nervoso: In casi selezionati, è possibile considerare l'iniezione di anestetici locali nei nervi occipitali o trigeminali come opzione terapeutica per la gestione del mal di testa nei bambini, specialmente in presenza di cefalea cronica refrattaria o emicrania cronica resistente ai trattamenti convenzionali. Tuttavia, è importante sottolineare che i dati sulla sicurezza ed efficacia di questa procedura nei pazienti pediatrici sono ancora limitati.
Trattamento con tossina botulinica: in casi selezionati, è possibile considerare l’uso off-label di iniezioni di tossina botulinica in specifici punti del capo, del collo e delle spalle. La tossina botulinica agisce bloccando il rilascio di neurotrasmettitori coinvolti nella trasmissione del dolore (come il glutammato e la sostanza P) e riducendo la sensibilizzazione delle fibre nervose. I dati sulla sua sicurezza ed efficacia nei bambini sono limitati.
Stimolazione del nervo vagale (VNS): Una tecnica non invasiva che utilizza dispositivi portatili per stimolare il nervo vagale.
Neuromodulazione transcranica: Una tecnica sperimentale basata sull’uso di correnti elettriche o magnetiche per modulare l’attività nervosa.
Terapie biologiche: La sicurezza e l'efficacia degli anticorpi monoclonali contro il CGRP (neuropeptide Calcitonin Gene-Related Peptide) nei bambini non sono state ancora stabilite.
Gli approcci terapeutici per la cefalea pediatrica refrattaria dovrebbero essere utilizzati con cautela e solo in contesti specialistici. È essenziale una valutazione approfondita da parte di un neurologo pediatrico per identificare i candidati appropriati e monitorare attentamente eventuali effetti collaterali e risultati.